Anna Forlin Miss Italia Lecco testimonial alla ‘Gala di Primavera’
bon ton e gestualità:
il linguaggio femminile del ventaglio in Italia ed in Europa nel XIX secolo
Il ventaglio, così come il parasole, un tempo era un accessorio quasi irrinunciabile nella toilette di una signora. Oggi questo vezzoso semicerchio di stoffa, pizzo o carta, è praticamente in disuso, o tutt'al più utilizzato per il suo scopo più rozzo, ovvero sventolarsi per avere più fresco, o addirittura scacciare gli insetti. Le feste di Carnevale, però, in cui magari abbiamo l'occasione di vestire un costume di altri tempi, può diventare l'occasione in cui mettere in pratica un'arte di comunicazione sottile e civettuola, ma anche misteriosa e intrigante, nella quale le nostre antenate erano maestre. Possiamo usare questo piccolo dizionario amoroso per giocare in occasione di un ballo in costume, o applicarlo nella privacy della nostra camera da letto come preliminare amoroso inconsueto, romantico e intrigante, magari in occasione di San Valentino, per lanciarsi messaggi segreti, tutti affidati a un linguaggio non verbale, ma molto efficace.
Un tempo le relazioni sociali dovevano sottostare a rigide norme di comportamento, soprattutto tra persone del sesso opposto. Parlarsi in un luogo pubblico poteva essere inopportuno e quindi considerato tabù, specie se non si era stati presentati ufficialmente. Naturalmente, quando la comunicazione verbale era preclusa ma le due persone desideravano intensamente comunicare, l'ingegno e la volontà di seduzione trovavano altre strade per inviare messaggi: giochi di sguardi, piccoli gesti delle mani e i tradizionali bigliettini hanno da sempre accompagnano l'arte dell'approccio. Il ventaglio, accessorio in apparenza innocente e piccola civetteria consentita a tutte le signorine, per moltissimo tempo è stato un vero e proprio strumento di comunicazione, con un suo codice ben preciso.
Come traccia per il nostro gioco seduttivo, ecco alcuni dei gesti più consueti e dei loro relativi significati. Alcuni sono ormai di difficile interpretazione, ma altri hanno ancora oggi una loro forza espressiva che li rende facilissimi da comprendere. Ecco allora un mini glossario, per sedurre e… farsi fresco.
Partiamo dal messaggio più elementare: per dire sì, la dama appoggiava il ventaglio alla guancia destra. Ovviamente, lo stesso gesto a sinistra significava no. Allo stesso modo, coprirsi l'orecchio o il lato sinistro del viso era l'inequivocabile segnale di girare alla larga. Un ventaglio sostenuto con la mano destra fino a coprire in parte il viso significava: seguimi! Lo stesso gesto, ma effettuato con la mano sinistra, aveva un valore più sfumato, come per dire “avvicinati, vorrei conoscerti”. Se poi, la dama arrivava ad aprire completamente il ventaglio con la mano sinistra, il cavaliere era tenuto ad avvicinarsi all'istante perché la dama era ansiosa di parlargli. Stesso messaggio se la signora passava un dito sul bordo esterno. Un ventaglio chiuso a metà, indipendentemente dal lato, era invece un segnale di divieto e insieme di pericolo, come per dire: “Non posso!”
Continuando con questa grammatica spicciola, un colpetto con il ventaglio chiuso sulla mano sinistra significava: “scrivimi!”, mentre lasciarlo scivolare sugli occhi era un chiaro invito ad andare via immediatamente. Molto più incoraggiante era il messaggio di un ventaglio aperto lentamente con la mano destra: significava “aspettami”. Ancor meglio era se la dama appoggiava il ventaglio sulle labbra: era un invito esplicito a baciarla. Un ventaglio sventolato senza evidente necessità di rinfrescarsi conteneva informazioni sullo status della damigella: se era mosso energicamente significava che la ragazza era fidanzata o promessa, se mosso più lentamente significava che ci si trovava in presenza di una signora già maritata. Se invece la ragazza lo apriva lentamente e vi nascondeva le labbra significava che era libera. Infine, se la signora si sventolava con la mano sinistra, il messaggio era: “attenzione, ci osservano”.
Infine, se la dama lanciava il ventaglio chiuso contro il suo cavaliere non c'era errore possibile: significava: “ti odio!”. Un gesto più o meno simile a quello che compiremmo noi oggi.
l galateo suggerisce di non gesticolare, ma non sempre possiamo controllare questo aspetto della comunicazione non verbale: come comportarsi?
Movimento ed eleganza, che cosa suggerisce il galateo sul gesticolare? Le buone maniere sono cambiate nel tempo, si sono evolute, adattate all'epoca moderna. Rispetto al passato, l’attenzione verso determinati comportamenti sta quasi sparendo ed è un vero peccato. Alla fine, il galateo è nato come conseguenza dell’evoluzione umana ed era seguito in passato dalle donne quanto dagli uomini.
Normalmente, il galateo sconsiglia di essere dritte e rigide: si deve essere spontanee, ma non troppo. Ed è qui che sorge il dubbio, ovvero come dovremmo comportarci in pubblico? Il linguaggio o comunicazione non verbale è spesso trattato dalla psicologia, che cerca di comprendere quali sono i motivi dietro un semplice gesto, almeno all’apparenza.
Galateo del movimento: come essere eleganti, sempre?
Il valore di un gesto o di un semplice movimento cambia a seconda dell’interlocutore o interlocutrice. Il linguaggio del corpo non sempre si può controllare, soprattutto quando ormai è ben consolidato. E non sempre i gesti riguardano le mani. Per esempio, gli occhi: da sempre noti per essere lo specchio dell’anima, non dovremmo mai rivolgere degli sguardi cupi o accigliati, soprattutto in presenza di persone con cui non abbiamo confidenza.
Il galateo, tendenzialmente, condanna i gesti eccessivi. Quando parliamo con qualcuno, dobbiamo imparare a comportarci approfondendo i significati dei gesti. Possiamo comunque sottolineare un concetto gesticolando, ma senza dare troppo nell’occhio. L’ideale sarebbe fare un movimento discreto ed elegante: il galateo della conversazione potrebbe tornarvi utile.
L’espressività umana ha migliaia di sfumature, siamo esseri evoluti: inoltre, i gesti derivano dal contesto socioculturale, molto più di quanto pensiamo. Ogni regione italiana o paese straniero potrebbe avere un gesto particolare per esprimere un concetto, magari non propriamente elegante. Ma è la nostra storia, fa parte del bagaglio culturale. Unire movimento ed eleganza sembra difficile, ed è vero, ci vuole tempo per imparare a gestire il corpo.
Gesticolare: significato
Perché gesticoliamo? Noi donne italiane sappiamo benissimo di essere famose nel mondo in quanto accompagniamo le parole ai gesti: uno stereotipo? Magari sì, o forse no. C’è da dire, però, che in effetti un gesto può aumentare il significato di una parola, una frase o il proprio pensiero.
Le buone maniere prendono spunto dalla storia, dalla filosofia, dalla psicologia: ciò che oggi facciamo, in realtà è un lascito del passato, che si è protratto fino ai giorni nostri. Abbiamo ereditato i gesti dai nostri antenati, che al contempo hanno suggerito dei modi per comportarsi in pubblico, per prevenire situazioni spiacevoli.
È importante sottolineare che la comunicazione non verbale rappresenta il 50% di ciò che diciamo: anche se non ce ne accorgiamo, gli altri possono farsi un’idea più precisa di noi mediante i gesti, la posizione del corpo. Per questo motivo, è importante imparare a controllarsi, soprattutto in date situazioni.
Gesticolare non è educato?
È assolutamente scorretto gesticolare con le posate, soprattutto a tavola, quando ci troviamo a cena fuori, secondo il galateo. Se non siamo d’accordo con un’affermazione, possiamo mostrare la nostra opinione senza ricorrere ai gesti, per non apparire maleducate. In ogni caso, il corpo si porrà automaticamente in una posizione di difesa: è spontaneo, genuino e naturale.
Bisogna considerare che le buone maniere sono state introdotte per non fare prevalere l’istinto, che nella natura umana è una componente importantissima. L’istinto ci salva, aiuta e guida, ma essere consapevoli dei gesti è un’aggiunta alla propria personalità.
Comunicazione non verbale
Che cos’è la comunicazione non verbale? Da dove arriva l’esigenza di “muoverci” quando parliamo? Prima di tutto, un respiro profondo: siamo umane. Possiamo fare una gaffe, gesticolare per errore a un colloquio o in presenza del nostro capo. Sì, abbiamo la possibilità di correggerci, ma è il nostro corpo, è la nostra spontaneità.
È una comunicazione che va oltre il linguaggio verbale: nelle affascinanti culture popolari, in ogni paese può cambiare il significato di un gesto. Per esempio in Oriente, dove movimento ed eleganza sono imprescindibili, con gesti sofisticati e garbati.
Un concetto molto bello e potente è che il linguaggio non verbale abbatte tutte le barriere linguistiche e permette una comunicazione talvolta più sincera. Non esiste bugia che il corpo possa celare: se non ci troviamo bene con qualcuno, in qualche modo lo daremo a vedere.
Come controllare i propri movimenti?
Dire addio ai movimenti istintivi o automatici è quasi impossibile. Tendenzialmente, infatti, accompagneremo una parola specifica a un gesto, se lo abbiamo già fatto spesso in passato. Ma si può imparare a controllare il linguaggio del corpo? Sì, facendo un po’ di attenzione.
Iniziamo dalla postura: elegante, sofisticata, magnifica. La postura è a tutti gli effetti il modo con cui ci poniamo agli altri. Quando stiamo parlando, manteniamo le mani bene a vista ed evitiamo di toccarci i capelli o il volto. Ciò non significa che dobbiamo assumere una posizione rigida o “di comando”.
Ci vuole un pizzico di consapevolezza: rassicuriamo le persone che stanno interagendo con noi con un sorriso. A tal proposito, è interessante notare la “tecnica dello specchio”: due persone che si conoscono e che hanno una sintonia assumeranno quasi istantaneamente la stessa posizione. Movimento ed eleganza possono coesistere, con un po' di pazienza.
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