Anna Forlin Miss Italia Lecco testimonial alla ‘Gala di Primavera’
by IRINA TIRDEA
Siamo ancora al punto di doverci dare delle regole di bon-ton digitale per poter vivere e convivere serenamente senza dover rompere l’anima al prossimo? Sì. Purtroppo sì.
Bon-ton, savoir faire, buona educazione: chiamalo come credi. Le buone maniere che si imparavano una volta non servivano solo a darci delle regole ‘imposte’, ma a educarci (appunto) alla gentilezza, all’eleganza, allo stare in società e al contatto dell’altro. L’educarsi al ‘grazie’ al ‘prego’ ad esempio, o a come relazionarsi con l’altro, non erano solo semplici dimostrazioni estetiche, ma ci imponevano l’attenzione all’altro e soprattutto il come farlo. La regola appresa, nel tempo, diventava un atteggiamento. Lo smartphone chiude alla visione dell’altro, è un dato di fatto, e tende quindi a farci relazionare e a pensare solo in funzione del device: siamo su un treno, ma concretamente stiamo ‘parlando’ con una persona distante, quindi di coloro che ho intorno, poco mi importa. Si parla spesso di educazione digitale nelle scuole, chiaramente sono d’accordo con questa proposta, ma personalmente credo che la necessità principale sia l’adulto. Sì, sogno corsi di ‘buone maniere digitali’ per imparare a tutelarsi e a stare online, senza stressare la vita di chi è offline e la prima lezione l’ho già pianificata: parlerà di regole di bon-ton digitale per viaggi felici… ovvio!
Basterebbe il buon senso, già… oppure semplicemente renderci conto che se sei su un treno, su una metro: NON SEI SOLO! Eppure sembra che ormai la maleducazione digitale per molti sia diventata la normalità e per altri un modo per fare business: ti sei mai chiesto come mai Trenitalia ha creato la mitica classe ‘Business area silenzio’ in cui non è possibile telefonare? Paghi per qualcosa che di fatto dovrebbe essere un tuo diritto: il non essere costantemente invaso da suonerie, notifiche, gente che urla e che permette a tutti di farsi i fatti loro. Non so se la pensi come me, ma di ‘certi’ argomenti (che riguardano la sfera personale, la salute…) io comunque non ne parlerei in mezzo agli altri… esiste o no un limite personale e di privacy da preservare? Oppure ce ne ricordiamo solo quando dobbiamo urlare che Facebook ci ruba i nostri dati? Io proprio fatico a vedere linearità nelle scelte, sembra davvero tutto un controsenso. Vediamo allora in concreto cosa tutti potremmo fare per essere un po’ più attenti?
10 regole di bon-ton digitale per viaggi e, perché no, vacanze felici
Acquista auricolari o cuffie. Credimi non è un investimento esagerato: potrai ascoltare tutto quello che vuoi senza coinvolgere le persone che ti stanno accanto. Pensa se oltre a te ci fossero altre persone a tenere alto il volume del super-divertentissimo video che stai guardando… perché rovinare il viaggio ad altri?
Acquista auricolari o cuffie… di buona qualità. Qui mi rivolgo ai più giovani, quelli che si ‘sparano’ a ‘palla’ l’ultima Hit trap: se acquisti auricolari o cuffie scadenti (oltre a non avere un buon suono) comunque i tuoi vicini si dovranno sorbire la tua playlist o stare al ritmo dei mega bass che comunque si udiranno (e il risultato non è proprio ottimale perché il suono assomiglia a uno scricchiolamento che va a ritmo…).
Acquista auricolari o cuffie anche a tuo figlio! Ok, un viaggio in treno con un bimbo non è propriamente facile o semplice e si fa di tutto per poter passare il tempo. Non vuole leggere? È più semplice che stia fermo davanti a un film o un giochino sul tablet? Bene. Considera però che ai tuoi vicini potrebbe anche non interessare l’episodio n°38 di Peppa Pig: non credi?
Per proseguire con le regole di bon-ton digitale per viaggi, togli tutti i suoni di notifica (compresi quelli dei tasti quando digiti le parole o quando ricevi messaggi). Sì, mi è successo anche questo: Milano-Firenze a fianco a una persona WhatsApp-compulsiva. Sai cosa significa passare due ore cercando di leggere un po’ e invece continui a sentire solo ticchettii e suoni di notifiche per messaggi ricevuti?
Togli la suoneria, abbassala almeno o metti semplicemente la vibrazione: stai ricevendo una telefonata? Perché lo deve sapere tutto il vagone?
Non si fanno telefonate in viva voce in mezzo ad altre persone. Punto. Questa opzione funziona sempre con difficoltà e oltretutto ti spinge a urlare ancora di più.
I vocali di WhatsApp si ascoltano appoggiando l’orecchio allo smartphone (oppure con le cuffie, vedi punto 1) perché dei fatti tuoi non interessa nulla a nessuno. Come? Non lo sapevi? È una cosa magica, lo so: provaci, non è complicato.
Altro consiglio importantissimo e semplice se vuoi seguire le regole di bon-ton digitale per viaggi: abbassa il tono della voce! Che sia una telefonata o un vocale, o perché stai parlando con il tuo compagno di viaggio: modera la tua voce, non sei solo e soprattutto considera di cosa stai parlando e se stai rispettando la tua sfera personale.
Tutela la tua privacy e quella dei minori: evita foto in cui compaiono minori che magari non conosci e che per un selfie ai comunque ripreso. In caso, ti consiglio di offuscare il viso con applicazioni come Pointblur che permette di sfocare alcune zone di una foto prima di pubblicarla.
Ricorda che non tutti gli adulti amano i social e sarebbe buona cosa chiedere anche a loro se desiderano o meno finire su Facebook o Instagram, anche questa è social education. http://www.irisbyirinatirdea.com
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